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cosa facesse sola in quel luogo, e se avesse bisogno di aiuto. — Sono,» quella rispose, «la figlia d’un re delle Indie. Passeggiando a cavallo per la campagna, mi addormentai, e sono caduta; il mio cavallo è fuggito, e non so che ne sia avvenuto.» Il giovane principe ebbe pietà di lei, e propostole di prenderla in groppa, ella accettò.
«Mentre passavano vicino ad una casupola, avendo la dama espresso il desiderio di smontare per qualche sua decorrenza, il principe si fermò e lasciolla discendere; e sceso ei pure, si accostò alla casuccia, tenendo il cavallo per la briglia. Ma giudicate del suo stupore quando udì di dentro la donna proferire queste parole: — Rallegratevi, figliuoli miei; vi conduco un giovane ben fatto e grasso;» ed altre voci tosto risponderle: — Dov’è, mamma? vogliamo mangiarlo subito, chè abbiamo molto appetito.» Non ebbe d’uopo il principe di udir altro per conoscere il pericolo in cui versava, ben avvedendosi essere la signora, che dicevasi figlia d’un re delle Indie, un’orca, moglie d’alcuno di que’ demoni selvaggi, detti orchi, i quali si ritirano in luoghi deserti, e servonsi di mille astuzie per sorprendere e divorare i passeggieri. Colto da spavento, balzò in furia sul cavallo, ma comparsa in quel momento la pretesa principessa, e vedendo d’aver fallito il colpo, gli gridò: — Non temete nulla; chi siete? che cosa cercate? — Mi sono smarrito,» rispose il principe, «e cerco la mia strada. — Se vi siete smarrito,» essa ripigliò, «raccomandatevi a Dio; esso vi trarrà dall’imbarazzo in cui vi trovate. » Allora il principe alzò gli occhi al cielo....
— Ma, sire,» disse Scheherazade a questo punto, «io sono costretta a sospendere il mio discorso; il giorno che sorge m’impone silenzio. — Sono ansiosa, sorella,» soggiunse Dinarzade, «di sapere che cosa