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prenderne cura durante il viaggio che stava per intraprendere, se ne partì.

«Al suo ritorno, non mancò d’interrogare il pappagallo sulle cose avvenute nella di lui assenza; e l’uccello gli manifestò tai fatti, che gli porsero motivo di fare gravissimi rimproveri alla moglie. Questa credè che qualcuna delle sue schiave l’avesse tradita, ma elleno giurarono tutte d’esserle state fedeli, e convennero che solo il pappagallo era stato l’autore di quei cattivi rapporti.

«Ferma in tale opinione, cercò la donna in pensiero un mezzo di distruggere i sospetti del marito e vendicarsi nel medesimo tempo del pappagallo; ed in brevo lo trovò: essendo partito il marito per un viaggio d’un giorno, ella comandò ad una schiava di far girare tutta la notte, sotto la gabbia dell’uccello, un mulino a mano; ad un’altra di versar acqua in forma di pioggia dall’alto della gabbia; e ad una terza di prendere uno specchio, e girarlo davanti agli occhi del pappagallo, a destra ed a sinistra, al lume d’una candela; le schiave impiegarono con somma destrezza gran parte della notte ad eseguire gli ordini della padrona.

«Tornato al domani, il marito interrogò nuovamente il pappagallo su quanto si fosse fatto in sua assenza; l’uccello rispose: — Mio buon padrone, i lampi, il tuono e la pioggia mi hanno incomodato tutta la notte, sì che non posso dirvi quanto ne abbia sofferto.» Il marito, il quale ben sapeva che in quella notte non aveva piovuto, nè tuonato, persuaso che il pappagallo, non dicendo in questo la verità, non gliel’avesse detta neppure a proposito della moglie, indispettitosi, e cavatolo dalla gabbia, lo buttò sì bruscamente al suolo che l’uccise. Ma poi seppe da’ vicini che il povero pappagallo non aveva mentito parlandogli della condotta di sua moglie; talchè si pentì d’averlo ammazzato.»