Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/785


371

era solito di fare quasi sempre, e veniva un po’ prima dell’ora stabilita cogli amici. Grande ne fu la sorpresa trovando la porta della casa sforzata. Entrò pian piano; e quand’ebbe udito che nella sala si parlava e si stava allegri; accostossi con precauzione alla porta per vedere quali persone fossero. Scorgendo ch’erano un giovane ed una giovane, i quali mangiavano alla tavola stata preparata per lui e pe’ suoi amici, e che il male non era tanto grande, come avevaselo immaginato, risolse di divertirsene.

«La donna, che aveva il dorso un po’ voltato, non poteva vedere il grande scudiere; ma Amgiad lo scorse subito, mentre teneva il bicchiere in mano. Cangiò di colore a tal vista, e tenne gli occhi fitti su Bahader, il quale gli fe’ cenno di non dir parola e venire da lui.

«Amgiad bevette e si alzò. — Dove andate?» chiesegli la donna. — Signora,» le diss’egli, «restate, ve ne prego; sono subito da voi; una piccola necessità mi obbliga ad uscire.» Trovò poscia Bahader che aspettavalo sotto il vestibolo, e che lo condusse nel cortile per parlargli senza essere inteso dalla dama....»

Scheherazade, pronunciando queste parole, si avvide esser tempo che il sultano delle Indie si alzasse; tacque dunque, ed ebbe il permesso di proseguire la notte seguente, parlando in tali sensi:


NOTTE CCXXXII


— Sire, quando Bahader ed il principe Amgiad furono nel cortile, il grande scudiere chiese al giovane per qual avventura si trovasse colla donna in casa sua, e perchè avessero sforzata la porta.