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— Signora,» ripigliò egli, pensando a tutt’altra cosa che gli straziava l’anima, «vi assicuro non esserci nulla di vero in quanto v’immaginate: questo è semplicemente il mio solito pasto.» Siccome non ardiva risolversi a sedere ad una tavola che non era preparata per lui, voleva assidersi sul sofà; ma la dama glielo impedì, dicendogli: — Cosa fate? Dopo il bagno, dovete aver fame: mettiamoci a mensa, mangiamo, e stiamo allegri. —
«Amgiad si vide costretto a fare la volontà della dama. Si posero dunque a tavola e mangiarono. Dopo i primi bocconi, essa prese una bottiglia di vino, se ne versò un bicchiere, e bevve per la prima alla salute di Amgiad. Quindi empì nuovamente lo stesso bicchiere, e lo presentò al giovane che fecele onore.
«Quanto più Amgiad rifletteva alla sua avventura, tanto più stupiva vedendo che non comparisse il padrone di casa, e che inoltre in una casa, dove tutto risplendeva per isfarzo e pulitezza, non ci fosse un solo servo. — Sarebbe ben istraordinaria la mia fortuna,» diceva a sè medesimo, «se il padrone non venisse finchè io non sia uscito da questo imbroglio!» Mentre occupavasi in questi ed altri più pungenti pensieri, la donna continuava a mangiare, e bere di quando in quando, costringendolo a far altrettanto. Erano già alle frutta, quando giunse il padrone di casa.
«Era costui il grande scudiere del re de’ Magi, e chiamavasi Bahader. La casa gli apparteneva, ma possedevane un’altra dove faceva la sua ordinaria dimora. Non gli serviva questa che a trattarsi in privato con tre o quattro eletti amici; vi faceva portarci tutto da casa sua, e ciò appunto avevano eseguito in quel giorno alcuni de’ suoi, i quali erano appena usciti prima che Amgiad e la dama arrivassero.
«Bahader giunse senza seguito e travestito, come