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«Il giorno della partenza del re, il principe Amgiad presiedette al consiglio, ed amministrò la giustizia fino a due o tre ore dopo mezzodì. All’uscire dal consiglio, mentre entrava nel palazzo, un eunuco lo trasse in disparte, e gli presentò un biglietto della regina Haiatalnefus, cui Amgiad prese e lesse con orrore. — Come! perfido,» disse, terminando di leggere all’eunuco, e sguainando la sciabola, «è questa la fedeltà che devi al tuo re e padrone?» E così dicendo, gli fe’ volar la testa dalle spalle.

«Dopo tale azione, Amgiad, trasportato di rabbia, corse dalla regina Badura, sua madre, in un’aria che ne dinotava il risentimento, le mostrò il biglietto, e la informò del contenuto, avendole prima detto da qual parte venisse. Invece di ascoltarlo, la regina andò in collera essa pure, e dissegli: — Figliuolo, quanto mi dite è un’infame calunnia ed un’impostura solenne: la regina Haiatalnefus è saggia, e vi trovo ben ardito di venirmi a parlare di lei con tanta insolenza.» Il principe, a tali parole, montò sulle furie contro la madre. — Siete tutte cattive le une più delle altre,» gridò; «se io non fossi trattenuto dal rispetto che debbo al re mio padre; questo giorno sarebbe per Haiatalnefus l’ultimo della sua vita. —

«La regina Badura poteva bene, dall’esempio di suo figliuolo Amgiad, arguire che il principe Assad, il quale non era men virtuoso di questi, non riceverebbe con maggior favore la dichiarazione simile ch’ella voleva fargli, ma ciò non le impedì di persistere nel reo divisamemo, e gli scrisse pure un biglietto il giorno seguente, affidandolo ad una vecchia, che aveva libero ingresso nel palazzo.

«Anche la vecchia ebbe la precauzione di consegnare il biglietto al principe Assad mentre usciva dal consiglio, dove aveva a sua volta presieduto. Il principe lo prese, e nel leggerlo, si lasciò trasportare