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era determinata di liberarsi senza differir più oltre; d’altronde l’amicizia dei signori, lo zelo e l’affetto del popolo, tutto contribuiva a rassicurarla di potergli mettere sul capo la corona dall’isola d’Ebano, senza temere di trovar ostacoli.

«Non ebbe appena la principessa Badura presa siffatta risoluzione, di concerto colla regina Haiatalnefus, che chiamato il principe lo stesso giorno in disparte: — Camaralzaman,» gli disse, «ho da parlare con voi d’un affare di alta importanza, pel quale ho bisogno del vostro consiglio. Siccome non veggo di poterlo fare più comodamente della notte, venite questa sera, ed avvertite a casa che non vi aspettino; avrò cura di darvi un letto. —

«Non mancò Camaralzaman di trovarsi al palazzo all’ora prefissagli dalla principessa Badura. Lo fece questa entrare nel palazzo interno, e detto al capo degli eunuchi, che preparavasi a seguirla, di non aver bisogno de’ suoi servigi, e che tenesse soltanto chiusa la porta, lo condusse in un altro appartamento diverso da quello della regina, dove soleva dormire.

«Quando il principe e la principessa giunsero nella stanza dov’era un letto, e che n’ebbe chiusa la porta, la giovane cavò da una scatoletta il talismano, e presentandolo a Camaralzaman: — Non è molto,» gli disse, «che un astrologo mi fece il dono di questo talismano; or siccome voi siete versato in tutto, sapreste dirmi a che cosa possa servire? —

«Prese Camaralzaman il talismano, ed avvicinatosi ad una bugia per esaminarlo, quando ebbelo riconosciuto, con una sorpresa che piacque assai alla principessa: — Sire,» sclamò, «vostra maestà mi domanda a che cosa valga questo talismano? Aimè! esso vale a farmi morire di dolore e d’affanno, se non trovo in breve la principessa più vezzosa ed