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di coricarsi, e in quell’intervallo si mise a recitare la sua preghiera; ma la fece tanto lunga, che la regina Haiatalnefus si addormentò. Allora, cessato dal pregare; si coricò vicino a lei senza svegliarla, altrettanto afflitta di rappresentare un personaggio che non le conveniva, quanto della perdita del suo caro Camaralzaman; pel quale non cessava dal sospirare. Alzossi il giorno seguente allo spuntar del giorno, prima che Haiatalnefus fosse svegliata, ed andò in abito reale al consiglio.
«Non mancò il re Armano di andar a visitare nuovamente quel giorno la regina sua figliuola, e la trovò immersa in pianti ed in lagrime. Non occorse di più per fargli conoscere il motivo della di lei afflizione; sdegnato di tal disprezzo, a quanto s’immaginava, di cui comprender non poteva la cagione: — Figlia,» le disse, «abbiate ancora pazienza fino alla prossima notte; ho innalzato vostro marito al mio trono, ma saprò farnelo discendere, e scacciarlo vergognosamente, se non vi darà la dovuta soddisfazione. Nell’ira, in cui sono, di vedervi trattata in modo sì indegno, non so nemmeno se mi contenterò di un castigo tanto lieve. Non è a voi, ma alla mia persona, ch’egli fa tal sanguinoso affronto. —
«Il medesimo giorno, la principessa Badura rientrò assai tardi da Haiatalnefus. Come la notte precedente, s’intertenne in egual guisa con lei, e volle far di nuovo la sua preghiera, mentre quella si coricava; ma Haiatalnefus la trattenne, e costrinsela a tornar a sedere. — Come!» le disse; «voi pretendete adunque, a quanto veggo, di trattarmi anche stanotte come mi trattaste le due passate? Ditemi, ve ne supplico, in qual cosa può dispiacervi una principessa com’io, che non solo vi ama, ma anzi vi adora, e stimasi la donna più felice di tutte quelle del suo grado, d’aver un principe sì amabile per