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menti di tutta la corte, in proposito del suo matrimonio, e come nuovo sovrano, il re Armano e la regina madre recaronsi all’appartamento della nuova regina loro figliuola, ad informarsi come avesse passata la notte. Invece di rispondere, abbassò quella gli occhi, e la tristezza che se le pinse in volto; fe’ abbastanza conoscere ch’ella non era contenta.

«Per consolare la principessa Haiatalnefus: — Figliuola,» le disse il re Armano, «non affliggetevi; il principe Camaralzaman, qui approdando, non pensava se non a recarsi al più presto possibile dal re Schahzaman, suo padre. Benchè noi l’abbiamo trattenuto con un mezzo, di cui può a tutta ragione chiamarsi contentissimo, dobbiamo però credere, che egli senta gran dispiacere di essere privo a un tratto pur della speranza di rivederlo giammai, nè lui, nè alcuno della sua famiglia. Dovete dunque aspettare che quando codesti moti di tenerezza filiale saranno calmati, egli si comporterà con voi da buon marito. —

«La principessa Badura intanto, sotto il nome di Camaralzaman, re dell’isola d’Ebano, passò tutto il giorno non solo a ricevere i complimenti della corte, ma eziandio a passare in rassegna le truppe regolari della sua casa, ed in varie altre funzioni reali, con una dignità ed una capacità tali, che le meritarono l’approvazione di tutti quelli che ne furono testimoni.

«Era già notte, quando essa rientrò nell’appartamento della regina Haiatalnefus; e conobbe assai bene, dallo sforzo col quale la ricevette la principessa, che questa ricordavasi della notte precedente. Procurò quindi di dissipare quel malumore con un lungo colloquio ch’ebbe seco lei, nel quale spiegò tutto il suo spirito (e ne aveva moltissimo) onde persuaderla che l’amava perfettamente. Lo diè in fine tempo