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non la porterebbe addosso con tanta cura, per timore di perderla, se così non fosse. —
«Era infatti un talismano, che la regina della China donato aveva alla figliuola per renderla felice, secondo diceva, finchè lo portasse indosso.
«Per meglio vedere il talismano, il principe Camaralzaman uscì dalla tenda, ch’era oscura, e volle rimirarlo all’aria aperta. Or, mentre lo teneva sulla palma della mano, piombò dal cielo un uccello d’improvviso, e glielo rapì....»
Il giorno intanto già faceasi vedere; e la sultana Scheherazade, avvedutasene, cessò dal parlare. Riprese però il suo racconto la notte seguente, e disse a Schahriar:
NOTTE CCXXIII
— Sire, vostra maestà può da sè giudicare della sorpresa e del dolore di Camaralzaman, quando l’uccello gli ebbe rapito il talismano dalle mani, meglio ch’io saprei esprimere. A quel funesto caso, il più affliggente che si possa immaginare, accaduto per una curiosità fuor di luogo, e che privava la principessa d’una cosa preziosa, il giovine rimase alcuni momenti immobile.
SEPARAZIONE DEL PRINCIPE CAMARALZAMAN DALLA PRINCIPESSA BADURA.
«L’uccello, dopo aver fatto il suo colpo, era calato a terra a poca distanza, col talismano nel becco. Si inoltrò il principe Camaralzaman nella speranza che