Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/719


305

principessa della China la liberazione dai suoi mali, e ciò per tutte le ragioni della reciproca amicizia, colla quale ci amiamo fin quasi dalla nascita, dello zelo e dell’affetto che d’altronde le debbo. Mancherei al mio dovere se non ne approfittassi per sua consolazione e nel medesimo tempo per la vostra, e se non vi adoperassi tutta la destrezza della quale son capace. Ecco pertanto che cosa ho immaginato per togliere la difficoltà di ottenere il permesso del re vostro padre, come entrambi lo desideriamo. Dacchè io sono arrivato, voi non siete ancora uscito di casa; esternato il desiderio di prender aria, e domandategli licenza di fare una partita di caccia di due o tre giorni con me: non v’ha apparenza alcuna che voglia ricusarvela. Quando ve l’avrà accordata, darete ordine di tenerci pronti un paio di buoni cavalli per cadauno, uno da montare, l’altro per ricambio; e circa al resto lasciate fare a me. —

«Il giorno dopo, il principe Camaralzaman, colto l’opportuno momento, espose al re suo padre il gran desiderio che aveva di prendere un po’ d’aria, e lo pregò di permettergli che andasse a caccia qualche giorno con Marzavan. — Ve l’accordo,» gli disse il re, «ma a condizione però che non dormirete fuori più d’una notte. Troppa fatica sul principio potrebbe nuocervi, ed un’assenza più lunga assai mi spiacerebbe.» Comandò quindi il re che gli fossero scelti i migliori cavalli, e volle in persona assistere ai preparativi di partenza, acciò nulla gli mancasse. Quando tutto fu pronto, lo abbracciò, e raccomandato a Marzavan di prenderne tutte le cure, lo lasciò partire.

«Il principe Camaralzaman e Marzavan entrarono in campagna; e per divertire i due palafrenieri che conducevano i cavalli di ricambio, finsero di cacciare, e si allontanarono dalla città per quanto fu loro possibile. Sull’imbrunire, fermaronsi in un caravanserra-

Mille ed una Notti. II. 20