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ducimi soltanto, l’uomo che amo; e il miglior servigio che tu mi possa rendere. — Principessa,» riprese l’astrologo, «se la cosa è così, non è da me, ma dal re vostro padre unicamente che dovete attenderlo.» Ciò detto, rimise nel sacco tutti gli oggetti che ne avea cavati, assai dolente d’essersi così facilmente impegnato a guarire una malattia immaginaria.

«Quando l’eunuco lo ebbe ricondotto davanti al re della China, non aspettò l’astrologo che quello parlasse al re, ma gli favellò subito egli medesimo. — Sire,» gli disse con ardire, «secondo quello che vostra maestà ha fatto pubblicare, e ch’ebbe la bontà di confermarmi in persona, io ho creduto che la principessa fosse pazza, ed era sicuro di guarirla mediante i segreti che posseggo; ma non mi fu d’uopo molto tempo per conoscere non aver essa altra malattia fuor di quella d’amare, e l’arte mia non si estende fino a rimediare al mal d’amore. Vostra maestà potrà rimediarvi meglio d’ogni altro, quando vorrà darle il marito che domanda. —

«Il re trattò quell’astrologo da insolente, e gli fece tagliare la testa. Per non annoiare vostra maestà con inutili ripetizioni, tra astrologhi, medici e negromanti, se ne presentarono centocinquanta, i quali subirono tutti la medesima sorte, e le teste loro furono esposte su ciascuna porta della città.


STORIA DI MARZAVAN

COL SEGUITO DI QUELLA DI CAMARALZAMAN.


«La nutrice della principessa della China aveva un figliuolo chiamato Marzavan, fratello di latte della principessa, che aveva nutrito ed allevato con lei. L’amicizia loro era stata sì grande durante la fanciullezza per tutto il tempo che vissero insieme, che