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vaganze tali, che obbligarono la regina a ritirarsi estremamente afflitta, ed andar ad informare di tutto il marito.

«Volle il re della China chiarirsi della faccenda in persona; e venuto all’appartamento della principessa sua figliuola, le chiese se vero fosse quanto aveva udito. — Sire,» rispose quella, «non parliamone più; fatemi solo la grazia di restituirmi lo sposo, che ha dormito questa notte con me.

«— Come, figliuola!» ripigliò il re; «qualcuno ha dormito questa notte con voi? — E che, o sire,» soggiunse la principessa, senza lasciargli tempo di continuare, «voi mi domandate se qualcuno ha dormito con me? Vostra maestà non lo ignora. È il più leggiadro cavaliere che sia mai comparso sotto la luce del sole. Torno a chiedervelo, e non me le negate, ve ne supplico. Affinchè vostra maestà più non dubiti,» proseguì poi, «ch’io non abbia veduto il cavaliere, ch’egli non abbia dormito con me, e ch’io non lo abbia accarezzato, e fatto inutili sforzi per risvegliarlo senza riuscirvi, guardate, di grazia, questo anello.» Stese la mano, ed il re della China restò di sasso vedendo ch’era l’anello d’un uomo. Ma siccome nulla poteva comprendere a tutto ciò ch’essa gli diceva, ed avevala rinchiusa come pazza, la stimò ancor più folle di prima. Laonde, senza parlarle più oltre, nel timore non s’abbandonasse a qualche violenza contro la sua persona, o centro quelli che le si avvicinassero, la fece incatenare e rinchiudere più strettamente, non concedendole che la sola nutrice per servirla, con una buona guardia alla porta.

«Il re della China, inconsolabile della disgrazia accaduta alla principessa sua figliuola d’aver perduto il senno, a quanto credeva, pensò ai mezzi di procurarne la guarigione. Raccolse pertanto il suo consiglio, ed esposto lo stato in cui trovavasi: — Se v’ha