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mi sento forza bastante di resistervi. Vi supplico di aver compassione di me, e procurarmi la felicità di possederla.

«— Dopo ciò che ho udito, o figlio, e per quanto veggo da questo anello,» ripigliò il re Schahzaman, «non posso dubitare che reale non sia la vostra passione, e non abbiate veduta in fatti la dama che la fece nascere. Volesse Iddio, che la conoscessi questa dama! i vostri voti sarebbero tosto da oggi esauditi, ed io mi stimerei il principe più fortunato del mondo. Ma dove cercarla? Come, e d’onde è dessa entrata qui, senza che io ne abbia saputo nulla, e senza il mio consenso? Perchè vi è entrata soltanto per dormire con voi, per farvi ammirare la sua beltà, infiammarvi di amore mentr’ella dormiva; e sparire mentre voi dormivate? Io non comprendo nulla in quest’avventura, figliuol mio; e se il cielo non ci è propizio, ci spingerà entrambi alla tomba.» Terminando queste parole, e prendendo il principe per mano: — Venite,» soggiunse, «andiamo a dolerci insieme, voi di amare senza speranza, ed io di vedervi afflitto, e non poter rimediare al vostro male. —

«Il re Schahzaman trasse il principe fuor della torre, e lo accompagnò al palazzo, dove il giovine, disperato d’amare con tutta l’anima una donna sconosciuta, si mise subito a letto. Il re si chiuse nelle sue stanze, e pianse parecchi giorni con lui, senza voler prendere parte alcuna negli affari del regno.

«Il suo primo ministro, ch’era il solo al quale avesse lasciato libero l’ingresso, venne un giorno a riferirgli che tutta la sua corte ed i popoli eziandio cominciavano a mormorare per non vederlo, e perchè più non facesse ogni giorno giustizia, secondo il solito, e ch’egli non rispondeva del disordine che potevane derivare. — Prego vostra maestà,» soggiunse, «a farvi attenzione. Non dubito che la