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la principessa della China. — Può anche darsi,» soggiunse quindi, «che il sultano mio padre voglia sorprendermi: per certo, egli ha mandato qui questa giovane per provare se ho veramente pel matrimonio quell’immensa avversione che gliene dimostrai. Chi sa che non l’abbia condotta egli stesso, e non se ne stia nascosto per farsi vedere e svergognarmi della mia dissimulazione? Questo secondo fallo sarebbe molto maggiore del primo. Ad ogni evento, mi contenterò di codesto anello per di lei memoria. —

«Era un bellissimo anello che la principessa portava in dito; ne lo cavò destramente, e vi pose in vece il proprio. Poi subito le volse il dorso, e non istette molto a dormire d’un sonno profondo al par di prima, per l’incantesimo dei geni.

«Quando il principe Camaralzaman fu ben bene addormentato, Danhasch si trasformò in pulce alla sua volta, ed andò a mordere la principessa sotto al labbro. Si svegliò questa di soprassalto, e postasi a sedere sul letto, aprendo gli occhi, stupì molto al vedersi coricato vicino un uomo. Dallo stupore passò all’ammirazione, e dall’ammirazione ad un’espansione di gioia, cui manifestò appena ebbe veduto ch’era un giovane sì leggiadro ed amabile.

«— E che!» sclamò ella; «siete voi che il re mio padre mi aveva destinato in isposo? Sono ben sventurata di non averlo saputo: non lo avrei fatto andare in collera contro di me, e non sarei stata priva d’un marito che non posso trattenermi dall’amare di tutto cuore. Svegliatevi, svegliatevi; non istà bene in un marito di dormir tanto la prima notte delle sue nozze. —

«Così dicendo, la principessa prese Camaralzaman per un braccio, e lo scosse con tal violenza, che sarebbesi destato, se al momento non ne avesse Maimona accresciuto il sonno, dando maggior forza all’inca-