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sibile,» tornò a dire la confidente, è ma così non è; e ne converrete voi stesso, quando vi avrò detto che il califfo diede la libertà a tutte le schiave di Schemselnihar, con una pensione a ciascheduna, sufficente alla loro sussistenza, incaricando me della cura e della custodia del suo sepolcro; con una buona rendita per conservarlo; e per la mia sussistenza particolare. D’altronde, il califfo, il quale non ignora gli amori del principe di Persia e di Schemselnihar, come già vi dissi, e che non se n’è scandalizzato, non se lo avrà ad offesa.» Il gioielliere non ebbe più nulla da dire; e pregò la confidente di condurlo alla tomba per farvi la sua preghiera. Grande fu la sua meraviglia nel giungervi, quando vide la folla di gente d’ambo i sessi che vi accorrevano da tutte le parti della città: — Non trovo più impossibile,» disse, raggiungendola, alla confidente, «di eseguire ciò che avete sì ben immaginato. Non abbiamo se non a pubblicare, voi ed io, quello che sappiamo sugli amori dell’uno e dell’altra; e specialmente sulla morte del principe di Persia, accaduta quasi nel medesimo tempo. Prima che arrivi il suo corpo, tutta Bagdad concorrerà a domandare che non sia separato da quello di Schemselnihar.» La cosa riuscì, ed il giorno, in cui si seppe che doveva arrivare la salma dell’infelice giovane, un’infinità di popolo le andò incontro per più di venti miglia.

«La confidente stava aspettando alla porta della città, ove si presentò alla madre del principe, per supplicarla, in nome di tutta la popolazione, che ardentemente lo desiderava, di voler permettere che i due amanti, i quali, dal momento ch’eransi cominciati ad amare, non avevano avuto che un sol cuore fino alla morte, avessero una sola e medesima tomba. Acconsentì essa, ed il cadavere fu portato al sepolcro di Schemselnihar, seguito da una moltitudine innumerevole di tutte le