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a mio riguardo, anche alle altre due persone che vedeva, quando li ebbi assicurati ch’erano di mia conoscenza. Discese egli tosto da cavallo per farmi onore; e dopo avermi esternato il proprio giubilo al potermi servire in qualche cosa, fece venire due battelli, e mi fe’ imbarcare su uno di essi coi due soldati che vedeste, ed i quali mi hanno scortata fin qui. Circa al principe di Persia ed al gioielliere, li rimandò nell’altro, anch’essi con due de’ suoi uomini per accompagnarli, e condurli in sicurezza alle case loro.

«Confido,» soggiunse terminando e struggendosi in lagrime, «che lor non sarà accaduto alcun sinistro dopo la nostra separazione, e non dubito che il dolore del principe non sia eguale al mio. Il gioielliere che ci ha con tanto affetto serviti, merita di essere compensato delle perdite sofferte per amor nostro. Non mancate pertanto di prendere domattina due borse, ciascuna di mille pezze d’oro, portargliele da parte mia, e domandargli notizie del principe.»

«Quando la mia buona padrona ebbe finito, procurai, secondo l’ultimo ordine da lei ricevuto, d’informarmi del principe di Persia, ed intanto cercai persuaderla a fare ogni sforzo per vincere sè medesima, dopo il grave pericolo incorso, ed al quale aveva sfuggito sol per miracolo. — Non replicate,» mi disse, «e fate ciò che vi comando. —

«Fui costretta a tacere, e mi accinsi ad obbedirla; sono stata a casa vostra, ove non vi ho trovato; e nell’incertezza di rinvenirvi nel luogo in cui mi venne detto che potevate essere, fui sul punto di recarmi dal principe di Persia, ma non osai farlo. Ho lasciato, nel passare, le due borse in casa d’una persona di mia conoscenza; aspettatemi qui un momento; non istarò molto a portarvele...»

Scheherazade, avvedendosi che il giorno compariva,