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STORIA

DEL PESCATORE.


«Sire, viveva una volta un pescatore assai vecchio, e tanto povero, che a stento guadagnava di che mantenere la moglie e tre fanciulli, ond’era composta la sua famiglia. Egli andava tutti i dì alla pesca di buon mattino, ed ogni giorno erasi prefisso di non gettare le reti più di quattro volte. Un mattino ei partì al chiaro di luna, e recatosi in riva al mare, si svestì, e gettò le reti; nel tirarle alla sponda, sentì sulle prime alquanta resistenza, per cui credendo aver fatta buona preda, già ne gioiva. Ma poco dopo, accortosi non esservi invece nella rete che un carcame d’asino, n’ebbe gran dolore....»

Scheherazade a tal punto, vedendo spuntare il giorno, cessò di favellare. — Sorella,» disse Dinarzade, «ti confesso che questo principio mi piace, e prevedo che il resto sarà dilettevole. — Non avvi caso più maraviglioso dell’istoria del pescatore;» rispose la sultana, «e ne sarai persuasa la prossima notte, se il sultano mi fa la grazia di lasciarmi in vita.» Schahriar, curioso di udire l’esito della pesca del vecchio, non volle in quel dì far perire Scheherazade. Pertanto alzatosi, non diè ancora il comando crudele.


NOTTE IX


— Mia cara sorella,» sclamò Dinarzade l’indomani all'ora consueta, «ti supplico di finire il racconto del pescatore. Io ardo dal desiderio d’udirlo. — Son subito ad appagarti,» rispose la sultana. Nello stesso

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