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NOTTE VIII


Appena Dinarzade s’avvide esser tempo di chiamare la sorella, essa supplicò la sultana di narrarle qualche graziosa storiella, mentre aspettavano l’alba. — Raccontateci quella del terzo vecchio,» disse il sultano a Scheherazade; «non posso credere che sia più maravigliosa di quella del vecchio e dei due cani neri. — Sire,» rispose la Sultana, «il terzo vecchio narrò la sua storia al genio, ma io non ve la dirò, non essendo essa giunta a mia cognizione: solamente so ch’ella fu tanto superiore alle prime due per la varietà e stranezza delle avventure, che il genio ne stupì; e non appena n’ebbe udito la fine, che disse al narratore: — Io ti concedo l’ultimo terzo della grazia del mercadante; ei deve a ragione ringraziarvi tutti e tre per essersi cavato d’impaccio colle vostre storie; altrimenti a quest’ora ei non sarebbe più in vita.» Sì dicendo, sparve con grande contento della comitiva. Il mercadante non tardò a ringraziare con grato animo i suoi tre liberatori, ed essi, rallegratisi seco lui nel vederlo fuor di pericolo, lo salutarono, ed ognuno andò pel suo destino. Il mercadante tornò presso la moglie e i figli, e finì tranquillamente con loro il resto della sua vita. Ma, sire,» proseguì Scheherazade, «per quanto belli vi siano parsi i racconti che finora narrai a vostra maestà, sono di gran lunga al disotto di quello del pescatore.» Dinarzade, vedendo che la sultana si fermava, le disse: — Sorella, poichè ne rimane ancor tempo, narraci di grazia la storia di questo pescatore: il sultano non vorrà opporsi.» Schahriar acconsentì, e Scheherazade cominciò in tai sensi: