Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/638


224

un luogo più opportuno per questo abboccamento, e dove potrete stare in tutta sicurezza.» Quando egli finì di parlare, il principe lo abbracciò con trasporto, dicendo: — Voi risuscitate, con questa lusinghiera promessa, un infelice amante, ch’erasi già dannato alla morte. A quanto m’avveggo, ho pienamente riparata la perdita di Ebn Thaher. Tutto ciò che farete sarà ben fatto; m’abbandono intieramente a voi. —

«Dopo che il principe ebbe ringraziato il gioielliere dello zelo dimostratogli, tornò questi a casa sua, dove, la mattina susseguente, venne a trovarlo la schiava di Schemselnihar, alla quale egli tosto disse di aver fatto sperare al principe di Persia di poter fra poco vedere la sua bella. — Vengo espressamente,» gli rispose la schiava, «per prendere intorno a ciò gli opportuni concerti con voi. Mi sembra,» proseguì, «che questa casa sarebbe abbastanza comoda a tale oggetto. — Potrei,» ripigliò egli, «farli venir qui, ma ho pensato che saranno in maggior libertà in un’altra mia casa, nella quale di presente non abita alcuno. L’ammobiglierò subito colla dovuta decenza per riceverli. — In tal caso,» tornò a dire la confidente, «non si tratta più adesso, se non di farvi acconsentire Schemselnihar. Corro a parlargliene, e fra breve sarò da voi colla risposta. —

«Infatti, fu diligentissima; non tardò a tornare, e riferì al gioielliere che la sua padrona non mancherebbe di trovarsi al luogo stabilito verso il tramonto. Nello stesso tempo gli mise in piano una borsa, dicendogli ch’era per provvedere la cena. La condusse egli tosto alla casa in cui dovevano incontrarsi i due amanti; affinchè sapesse dov’era e potesse condurvi la favorita; indi, separatisi, andò a prendere in prestito da vari amici vasellami d’oro e d’argento, tappeti, cuscini ricchissimi, ed altre suppellettili, colle quali ammobigliò la casa, magnificamente; e posta ogni cosa in ordine, recossi dal principe di Persia.