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in casa vostra: sono dessi i vostri fratelli.» Io fremei a tai detti, e le chiesi per qual magia trovavansi in quello stato. — Io stessa li ho così trasformati,» mi rispose, «ossia fu una delle mie sorelle, alla quale ne diedi l’incarico, e che in pari tempo ne sommerse le navi. Voi ci perdeste le vostre merci, ma ve ne ricompenserò in altra guisa. Circa a’ vostri fratelli, io li condannai a stare dieci anni sotto codesta forma; e tale castigo mi sembra ben lieve per la loro perfidia.» Poscia, indicatomi ov’io poteva aver novelle di lei, scomparve.

«Ora i dieci anni sono compiuti, e mi son posto in viaggio per ritrovarla. Nel passare di qui incontrai questo mercadante ed il buon vecchio che conduce la cerva, e mi trattenni con loro. Ecco la mia storia, o principe dei genii; non vi par ella delle più straordinarie? — Ne convengo,» rispose il genio, «e mercè sua io perdono il secondo terzo del delitto, ond’è reo il mercadante verso di me.

«Appena il secondo vecchio ebbe finita la sua storia, il terzo pigliò la parola, e fe’ al genio l’egual domanda dei due primi, di perdonare, cioè, al mercadante l’ultimo terzo del suo delitto, nel caso che l’istoria ch’ei sarebbe per narrare, superasse le due già udite per singolarità d’avvenimenti. Il genio gli fece la medesima promessa come agli altri. — Ascoltate dunque,» disse allora il vecchio....

— Ma il giorno è omai vicino, » disse Scheherazade, interrompendosi; «bisogna che qui m’arresti. — Io non mi sazio d’ammirare, o sorella,» disse Dinarzade, «le avventure che hai raccontate. — Oh, io ne so molt’altre,» rispose la sultana, «le quali sono ancor più belle.» Schahriar, bramoso di sapere se il racconto del terzo vecchio fosse dilettevole al par di quello del secondo, differì al giorno successivo la morte di Scheherazade.