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poi, «qual considerazione io goda alla corte e nella città presso i più grandi signori e le più nobili dame. Qual onta per me se questi temerari amori venissero scoperti! Ma che dico? Non saremmo noi tutti perduti, io coll’intiera mia famiglia? Ecco quello che più m’imbarazza; ma ho già preso il mio partito. Ho debiti e crediti: corro subito a soddisfare i miei creditori, e riscuotere il mio: e quando avrò posto gli averi in sicurezza, mi ritirerò a Balsora, dimorandovi finchè passata sia la tempesta che pur troppo preveggo. La mia amicizia per Schemselnihar e pel principe di Persia mi rende sensibile al male che lor ne può derivare; prego Iddio di far ad essi conoscere il pericolo, cui si espongono, e conservarli; ma se lo sciaurato loro destino vuole, che i loro amori giungano a cognizione del califfo, io almeno sarò al coperto dal suo risentimento, non credendoli tanto malvagi da volermi avvolgere nella loro disgrazia. Estrema ne sarebbe in tal caso l’ingratitudine; e sarebbe un retribuire assai male i resi servigi ed i consigli lor dati, specialmente al principe di Persia, il quale potrebbe ancora ritrarsi, se il volesse, dal precipizio colla sua bella. Gli è facile uscire come me da Bagdad, e la lontananza lo guarirebbe a poco a poco da una passione che non farà se non aumentare finchè si ostina a dimorarvi. —

«Udì il gioielliere con estremo stupore il racconto di Ebn Thaher. — Ciò che mi narraste, » gli disse, «è di tal importanza, che non so comprendere come Schemselnihar ed il principe di Persia siano stati capaci di abbandonarsi a sì violento amore. Qualunque sia l’inclinazione che li trascini l’un verso l’altro, invece di cedere vilmente, dovevano resistervi e fare miglior uso della loro ragione. Come hanno potuto illudersi sulle dolorose conseguenze della loro passione? Quanto n’è deplorabile l’acciecamento! Ne