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servarne uno a voi, ma ben anche a sagrificare la mia vita per la vostra. Ma ora non si tratta di ciò. Vengo a dirvi, che Schemselnihar mi ha mandata la sua confidente per chiedermi nuove di voi, e nel medesimo tempo darmene delle sue. Già comprenderete ch’io nulla le dissi che non le abbia confermato l’eccesso del vostro amore per la sua padrona, e la costanza colla quale l’amate.» Gli fece poscia un’esposizione fedele di quanto avevagli detto la schiava confidente; lo ascoltò il principe con tutti i diversi movimenti di timore, di gelosia, di tenerezza e di compassione, che ispiravangli le sue parole, facendo su ciascuna cosa che udiva tutte le riflessioni affliggenti e consolanti, delle quali esser poteva capace un amante al par di lui appassionato.

«Durò tanto tempo il loro colloquio, che trovandosi molto inoltrata la notte, il principe di Persia obbligò Ebn Thaher a fermarsi da lui. La mattina seguente, tornando quell’amico fedele alla propria dimora, vide venirsi incontro una donna, cui presto riconobbe per la confidente di Schemselnihar, la quale, accostatasegli: — La mia padrona vi saluta,» disse, «e vengo a pregarvi da parte sua di consegnare questa lettera al principe di Persia.» Prese lo zelante Ebn Thaher la lettera, e tornò presso il principe, accompagnato dalla schiava confidente...» —

Scheherazade, vedendo il giorno, cessò qui di parlare; e la notte seguente ripigliò il racconto di tal guisa:


NOTTE CXCV


— Sire, quando Ebn Thaher fu entrato, colla confidente di Schemselnihar, in casa del principe di Per-