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medici del palazzo a visitarla per ordine del califfo; nè stette molto quel principe a comparire anch’esso in persona. I rimedi ordinati dai medici a Schemselnihar fecero tanto meno effetto, in quanto che ignoravano costoro la cagione del suo male; e l’angustia in cui la teneva la presenza del califfo, non faceva che aumentarlo. Ha però riposato un poco questa notte, ed appena fu svegliata, m’incaricò di venirvi a trovare per aver notizie del principe di Persia.

«— Vi ho già informata dello stato, in cui si trova,» le disse Ebn Thaher; «tornate dunque dalla vostra padrona, ed assicuratela che il principe di Persia aspettava sue notizie colla medesima impazienza ch’ella ne attendeva di lui. Esortatela soprattutto a moderarsi e vincersi, acciò non le sfugga dinanzi al califfo qualche parola che possa perderne tutti con lei. — Quanto a me,» riprese la confidente, «ve lo confesso: temo tutto da’ suoi trasporti. Mi presi la libertà di dirle intorno a ciò il mio parere, e sono persuasa che non si sdegnerà che gliene parli ancora da parte vostra. —

«Ebn Thaher, il quale era giunto allora dalla dimora del principe di Persia, non istimò a proposito di tornarvi sì presto, e trascurare gli affari importanti sopraggiuntigli nel tornare a casa; laonde non vi si recò se non verso il cadere dei giorno. Era solo il principe, e non istava meglio della mattina. — Ebn Thaher,» gli disse, vedendolo comparire, «voi avete certo molti amici, ma questi amici non conoscono quanto valete, come me lo faceste conoscere col vostro zelo, le vostre cure, e le pene che vi date quando si tratta di recar loro servizio. Sono confuso di ciò che fate per me con tanta affezione, e non so come potrò ricompensarvene. — Principe,» gli rispose Ebn Taher, «lasciamo da parte questo discorso, ve ne supplico: son pronto non solo a dare uno de’ miei occhi per con-