Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/608


194

nè per la favorita. — Ah! caro Ebn Thaher,» sclamò il principe, «quanto vi è facile dare questo consiglio, ma quanto è a me difficile il seguirlo! Ne comprendo tutta l’importanza, senza però poterne approfittare. L’ho già detto: porterò meco nella tomba l’amore che m’arde per Schemselnihar.» Vedendo Ebn Thaher di non poter nulla sullo spirito del principe, si accommiatò da lui, e volle andarsene.....»


NOTTE CXCIII


— Il principe di Persia lo trattenne. — Mio buon Ebn Thaher,» gli disse, «vi ho dichiarato non essere in poter mio il seguire i saggi vostri consigli; ma vi supplico di non appormelo a delitto, e non cessare per questo di darmi prove della vostra amicizia. Ora, non sapreste darmene una maggiore di quella d’istruirmi del destino della mia cara Schemselnihar, se ne avete notizie. L’incertezza, in cui sono, della di lei sorte, le mortali inquietudini onde m’è cagione il suo svenimento, mi mantengono nella languidezza che voi mi rimproverate. — Signore,» gli rispose Ebn Thaher, «dovete sperare che il suo svenimento non abbia avuto funeste conseguenze, e che la schiava sua confidente verrà fra poco a riferirmi in qual modo andò a finire la cosa. Appena ne avrò i particolari, non mancherò di venire a parteciparveli. —

«Ebn Thaher lasciò il principe in questa speranza, e tornato a casa, vi aspettò inutilmente tutto il resto del giorno la confidente di Schemselnihar, cui non vide nemmeno il giorno appresso. Intanto, l’inquietudine di sapere lo stato di salute del principe di Persia non permettendogli di restar più a lungo senza vederlo, andò da lui nell’idea d’esortarlo alla pa-