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«Aveva Ebn Thaher troppa penetrazione per non argomentare da simili parole i sentimenti della dama; laonde: — Mia principessa, mia regina,» le disse, «Dio mi liberi dal darvi mai alcun motivo di collera contro di me.» Ma mi farò sempre una legge di eseguire i vostri ordini.» A tale risposta, prese la dama congedo da Ebn Thaher, facendogli un inchino di testa, e rivolto al principe di Persia uno sguardo grazioso, risalì sulla mula, e partì...»

La sultana Scheherazade tacque qui con gran dispiacere del sultano delle Indie, il quale fu costretto ad alzarsi, vedendo l’aurora. Essa continuò questa storia la notte seguente, e disse a Schahriar:


NOTTE CLXXXVI


— Sire, il principe di Persia, perdutamente, invaghito della dama, l’accompagnò cogli occhi finchè la potè scorgere; ed era già scomparsa da molto tempo, ch’egli ancora guardava dalla parte ov’erasi diretta. Lo avvertì Ebn Thaher di vedere alcune persone che l’osservavano, e cominciavano a ridere nel vederlo in quell’attitudine. — Aimè!» disse il principe; «quella gente e voi stesso avreste compassione di me, se noto vi fosse che la bella dama testè uscita di casa vostra porta seco la parte migliore di me medesimo, e che il resto cerca di non rimanerne diviso! Ditemi, ve ne scongiuro,» soggiunse, «chi è quella leggiadra dama che astringe le persone ad amarla, senza dar loro il tempo di prendere consiglio? — Signore,» rispose Ebn Thaher, «è la famosa Schemselnihar (1), la prima favorita del califfo nostro padrone. — Ed è così chiamata

  1. Questa parola araba significa il sole del giorno.