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Mio fratello più non dubitò che la mugnaia non fosse innamorata di lui, e credè ch’essa gli mandasse da lavorare immediatamente dopo ciò ch’era corso fra loro, al solo fine di dimostrargli come gli avesse letto in fondo al cuore, ed assicurarlo dei progressi che aveva fatto nel proprio. Fisso in questa buona opinione, incaricò la schiava di riferire alla padrona, che avrebbe tralasciato tutto per lei, e che l’abito sarebbe all’ordine per la mattina seguente. In fatti, vi lavorò con tal diligenza, che lo finì nello stesso giorno.

«All’indomani, venuta la giovane schiava a vedere se l’abito era finito, Bacbuc glielo consegnò ben piegato, dicendole: — Troppo mi preme di contentare la vostra padrona, per aver trascurato il suo vestito: voglio indurla, colla mia diligenza, a più non servirsi ormai che di me solo.» La giovane schiava fece alcuni passi per andarsene, poi, tornando indietro: — A proposito,» disse sottovoce, «mi dimenticava d’adempire una commissione che mi fu data; la mia padrona m’incarica di farvi i suoi complimenti, e domandarvi come abbiate passata la notte; quanto a lei, la poveretta, vi ama tanto, che non ha potuto dormire. — Ditele,» rispose con trasporto lo scioccone, «che io risento per lei una passione sì violenta, da essere quattro notti che non chiudo occhio.» Dopo quel complimento da parte della mugnaia, egli credette di dover lusingarsi ch’essa non lo lascerebbe languire a lungo nell’aspettativa de’ suoi favori.

«Era appena un quarto d’ora che la schiava lasciato aveva mio fratello, quando la vide tornare con una pezza di raso. — La mia padrona,» gli disse, «è soddisfattissima del suo abito, che le va a pennello, ma essendo bellissimo, e desiderando essa portarlo con un paio di calzoncini nuovi, vi prega di farglieli al più presto con questa pezza di raso. — Ba-