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«La porta del cadì era semiaperta; ed entrando, vidi la vecchia dama che mi attendeva, la quale, rinchiusala, mi condusse alla camera della giovane, ond’era invaghito; ma cominciava appena a discorrere con lei, quando udimmo rumore in istrada. Si affacciò la giovane alla finestra, e vide traverso la gelosia essere il cadì suo padre che tornava dalla preghiera. Guardai anch’io nel medesimo tempo, ed osservai il barbiere seduto rimpetto, nel luogo medesimo dal quale io aveva già veduto la giovane.
«Ebbi allora due motivi di timore a un tempo, l’arrivo del cadì e la presenza del barbiere. La giovane mi rassicurò circa al primo, dicendo che suo padre saliva ben di rado alla di lei stanza; e che, nella previsione potesse succedere quel contrattempo, essa aveva pensato al mezzo di farmi uscire al sicuro; ma l’indiscrezione dello sciagurato barbiere mi cagionava molta inquietudine, e vedrete che non lo era senza fondamento.
«Entrato il cadì in casa, diè in persona le bastonate ad uno schiavo che le aveva meritate. Metteva lo schiavo altissime strida che si udivano nella via. Credè il barbiere foss’io che gridassi, e si maltrattasse; fisso in tal pensiero, si mise a strillare spaventevolmente, a stracciarsi gli abiti, a gettarsi polvere sulla testa, e chiamar in aiuto tutto il vicinato, che tosto gli accorse intorno. Chiestogli che cosa potessere fare per soccorrerlo: — Aimè,» grida colui, «assassinano il mio caro padrone;» e senz’altro, corre fino a casa mia, strillando sempre alla medesima guisa, e torna seguito da tutti i miei servi muniti di bastoni, i quali, giunti alla porta del cadì, bussano con gran furore: mandò questi subito uno schiavo a vedere chi fosse; ma lo schiavo, tutto spaventato, torna dal padrone, e: — Signore,» gli dice, «più di diecimila uomini vogliono entrare in casa per forza, e cominciano a scassinare la porta. —