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per radermi: laonde, radetemi, od andatevene con Dio, che farò, venire un altro barbiere. — Signore,» mi rispose con una flemma da farmi perdere la pazienza, «qual motivo avete d’adirarvi? Non sapete voi che tutti i barbieri non mi somigliano, e che non ne trovereste alcuno simile a me, quand’anche lo faceste fare a bella posta? Non avete domandato che un barbiere, ed avete nella mia persona il miglior barbiere di Bagdad, un medico esperimentato, un profondissimo chimico, un infallibile astrologo, un grammatico compito, un perfetto rettorico, un logico sottile, un matematico esperto nella geometria, nell’aritmetica, nell’astronomia, ed in tutti i raffinamenti dell’algebra, uno storico che conosce la storia di tutti i regni dell’universo. Oltracciò, posseggo tutte le parti della filosofia: ho in mente tutte le nostre leggi e tutte le nostre tradizioni. Sono poeta, architetto: ma che cosa non sono io mai? Nulla di nascosto v’ha per me nella natura. Il defunto, vostro signor padre, al quale verso un giusto tributo di lagrime, ogni qual volta penso a lui, era persuaso, del mio merito; egli mi amava, mi accarezzava e non cessava di citarmi, in tutte le compagnie in cui trovavasi, come il primo uomo del mondo. Voglio, per riconoscenza ed amicizia per lui, dedicarmi a voi, prendervi sotto la mia protezione, e guarentirvi da tutte le disgrazie, delle quali potessero gli astri minacciarvi. —

«A tal discorso, malgrado la mia collera, non potei trattenermi dal ridere. — Non avete ancor finito, ciarlone eterno,» gli dissi; «e quando comincerete a radermi?»

Qui Scheherazade, vedendo il giorno cessò dalla storia dello zoppo di Bagdad; ma la notte seguente ne ripigliò così la continuazione: