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troppo è vero. Piacesse a Dio che fosse falso! — E credete voi,» essa ripigliò, «che la speranza di vedermi e parlarmi possa contribuire a trarlo dal pericolo in cui si trova? — Forse sì,» le dissi; «e se me lo comandate proverò questo rimedio. — Or bene,» replicò sospirando; «fategli dunque sperare che mi vedrà; ma bisogna non si aspetti altri favori, a meno che non aspiri a sposarmi, e che mio padre acconsenta al nostro matrimonio. — Signora,» sclamai, «quanta è la vostra bontà! corro tosto da quel giovane, per annunziargli che avrà il piacere di parlarvi. — Non trovo più comodo di fargli questa grazia,» mi disse, «che venerdì prossimo, al tempo della preghiera del mezzogiorno. Ch’egli osservi quando mio padre sarà uscito per andarvi, e venga tosto a presentarsi davanti alla casa, se sta abbastanza bene per farlo. Lo vedrò arrivare dalla finestra, e scenderò ad aprirgli. Converseremo insieme durante il tempo della preghiera, e se ne andrà prima del ritorno del mio genitore.

«Siamo al martedi,» proseguì la vecchia; «potete fino a venerdì ristabilire le forze e disporvi al convegno.» Mano mano che la buona donna parlava, io sentiva diminuire il mio male, o piuttosto mi trovai guarito al finire del suo discorso. — Prendete;» le dissi, porgendole la borsa, ch’era piena, «a voi sola debbo la mia guarigione; credo questo danaro assai meglio impiegato di quello dato ai medici, i quali non fecero che tormentarmi per tutta la malattia. —

«Accommiatatasi la vecchia, mi sentii in forza bastante per alzarmi. I miei parenti, giubilanti al vedermi in sì buono stato, mi fecero mille complimenti, e se ne andarono.

«Giunse la vecchia il venerdì mattina, mentre io cominciava a vestirmi, e sceglieva l’abito più bello