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avete fama di non amare le donne, nè io fui l’ultima ad accorgermene; ma infine, quello che aveva preveduto accadde, ed io sono contentissima di trovar l’occasione di adoprare i miei talenti per trarvi d’imbarazzo...»

— Ma, sire,» disse, interrompendosi, la sultana, «veggo che è già giorno.» Schahriar si alzò subito; impazientissimo d’udire la continuazione d’una storia di cui sentito aveva con piacere il principio.


NOTTE CLIX


— Sire,» disse l’indomani Scheherazade, «il giovine zoppo, proseguendo la sua storia:

«Avendomi,» diss‘egli, «la vecchia dama parlato così, si fermò per udire la mia risposta ma quantunque avesse fatto in me molta impressione, non osai scoprirle il segreto del mio onore. Solamente mi volsi alla dama, e mandai, senza dir nulla, un profondo sospiro. — È forse la vergogna,» ripigliò essa, «che v’impedisce di parlare, o mancanza di fiducia in me? Dubitate forse dell’efetto della mia promessa? Potrei citarvi un’infinità di giovani di vostra conoscenza, che sono stati nel medesimo vostro caso, ed ai quali fui di sollievo. —

«Infine la buona donna; aggiunse tante altre cose, che ruppi il silenzio; le dichiarai il mio male, ed insegnatole il sito dove aveva veduto l’oggetto che n’era cagione; le spiegai tutte le circostanze della mia avventura. — Se riuscite,» le dissi, «a procurarmi il bene di vedere quell’amabile beltà, e parlarle della passione onde arde per lei, potete contare sulla mia riconoscenza. — Figliuolo,» rispose la