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città, dove ho l’onore di essere al servizio di vostra maestà. Ecco la storia che aveva a raccontarvi; or non la trovate voi più sorprendente di quella del gobbo? —
«Il sultano di Casgar montò sulle furie contro il cristiano. — Sei ben temerario,» gli disse, «di osar di farmi il racconto d’una storia sì poco degna della mia attenzione, e paragonarla a quella del gobbo. Puoi tu lusingarti di persuadermi, che le insipide avventure d’uno scapestrato giovine, siano più mirabili di quelle del mio buffone? Ora vi farò impiccare tutti e quattro per vendicarne la morte. —
«Spaventato a tali parole, il provveditore si gettò ai piedi del sultano, dicendo: — Sire, supplica vostra maestà a sospendere la giusta sua collera, e voler ascoltarmi, e farne grazia a tutti e quattro, se la storia che sto per raccontarle sarà più bella di quella del gobbo. — Ti concedo ciò che domandi,» rispose il sultano; «parla.» Il provveditore allora così cominciò:
STORIA
NARRATA DAL PROVVEDITORE DEL SULTANO DI CASGAR.
«Sire, una persona ragguardevole m’invitò ieri alle nozze di sua figliuola. Non mancai di recarmi a casa sua verso sera, all’ora indicata, e mi trovai in mezzo ad un’assemblea di dottori, di ufficiali di giustizia ed altre persone più distinte di questa città. Dopo la cerimonia, fu ammannito un magnifico banchetto; ci ponemmo a mensa, e ciascuno mangiò quello che meglio gli parve. Eravi, tra l’altre cose; un antipasto accomodato con aglio, assai eccellente,