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grime a tale richiesta; quindi asciugatele, mi narrò la sua storia come sono per raccontarvela:

«— Dovete sapere,» disse, «che son nativo di Bagdad, figlio di un padre ricco e de’ più ragguardevoli della città pel suo grado e la qualità sua. Cominciava appena ad entrare nel mondo, allorchè, frequentando persone, le quali, avendo viaggiato, dicevano maraviglie dell’Egitto, e specialmente del Gran Cairo, rimasi colpito de’ loro discorsi, e mi venne voglia di farvi un viaggio; ma mio padre viveva ancora, e non me lo avrebbe certo concesso. Morì infine, e lasciatomi così padrone delle mie azioni, risolsi di recarmi al Cairo: impiegata una grossa somma di denaro in parecchie sorta di stoffe di Bagdad e di Mussul, mi posi in cammino.

«Giunto al Cairo, andai a smontare al caravanserraglio che si chiama il khan di Mesrur; vi presi alloggio con un magazzino, nel quale feci riporre le balle meco condotte sui camelli. Quindi, mi ritirai nella mia camera per riposare e rimettermi dalle fatiche del viaggio, mentre la mia gente, cui aveva dato denaro, andò a comprar viveri per far la cucina. Poscia mi recai a vedere il castello, alcune moschee, le piazze pubbliche ed altri siti degni di curiosità.

«Il giorno dopo mi vestii decentemente ed avendo fatto cavare da varie mie balle alcune preziose e bellissime stoffe, nell’intenzione di portarle ad un bezestin (1), per vedere cosa me ne offrissero, caricatine alcuni schiavi, mi recai al bezestin dei Circassi. Subito mi vidi circondato da una turba di sensali e di banditori stati avvertiti della mia venuta. Divisi fra diversi gridatori varie mostre di stoffa, ed essi andarono per tutto il bezestin a farle vedere; ma i mercadanti tutti

  1. Luogo pubblico ove si vendono le stoffe di seta ed altre merci preziose.