Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/43


27


NOTTE PRIMA


IL MERCADANTE ED IL GENIO.


«Sire, eravi una volta un mercante assai facoltoso, il quale aveva molti commessi, fattori e schiavi al suo servizio. Siccome egli doveva di quando in quando viaggiare per abboccarsi co’ suoi corrispondenti, un dì che un affare d’importanza chiamavalo molto lungi dal luogo ove abitava, salito a cavallo, partì seco recando una valigia, in cui aveva riposto alquanto biscotto e datteri, dovendo passare per un paese deserto. Egli giunse senza pericoli al sito ov’era rivolto, e finita la bisogna che colà avevalo chiamato, risalì a cavallo per tornarsene a casa.

«Nel quarto dì del suo cammino ei sentissi talmente incomodato dall’ardore del sole e della terra riscaldata da’ suoi raggi, che deviò dalla strada per andare a porsi al rezzo d’alcuni alberi, ch’ei vide nella campagna; ivi, appiè d’un gran noce, trovò una fonte d’acqua limpidissima. Smontato, legò il cavallo ad un ramo, e cavati dalla valigia datteri e biscotto, sedè vicino alla sorgente. Finito il pasto frugale, da buon musulmano qual era, lavossi le mani, il viso ed i piedi, e fece la sua preghiera1.

«Non l’aveva ancora compiuta, e stava ancor in gi-

  1. L’abluzione avanti la preghiera è di precetto divino nella religione musulmana. «O voi credenti, quando vi disponete alla preghiera, lavatevi il volto e le mani fino ai gomiti, bagnatevi il capo ed i piedi fino alla caviglia».
    Un musulmano deve fare la sua preghiera cinque volte al giorno: 1. Un’ora prima dell’alba; 2. a mezzodì; 3. a tre ore dopo mezzodì; 4. al tramonto; 5. un’ora e mezzo dopo il tramonto. Nel pregare il musulmano si volge sempre verso la Mecca.