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NOTTE CXXI
Sulla fine della notte seguente, il sultano delle Indie, il quale aveva estrema impazienza di sentire lo scioglimento della storia di Bedreddin; svegliò egli stesso Scheherazade, e l’invitò a continuare; essa tosto obbedì in cotal guisa:
— «Schemseddin Mohammed,» disse Giafar al califfo, «fece uscire dalla sala tutti i servi che vi si trovavano, ordinando loro di allontanarsi, tranne due o tre che fe’ restare, incaricandoli di andare a tirar fuori Bedreddin dalla cassa, metterlo in camicia e mutande, condurlo in tale stato nella sala, lasciarvelo solo e chiuderne la porta.
«Sebbene oppresso dal dolore, Bedreddin Hassan erasi per tutto quel tempo addormentato, tanto che i servi del visir lo cavarono dalla cassa, e postolo in camicia e mutande, prima ch’ei si svegliasse, trasportaronlo quindi con tal celerità nella sala, che non gli diedero agio di risensare. Quando si vide solo, girò gli occhi da tutte le parti; e le cose che vedeva richiamandogli in mente la ricordanza delle