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guite Schaban, il quale vi condurrà da un pasticciere di questa città. Giunti colà, rompete, fracassate tutto ciò che troverete nella bottega. S’egli vi domanda il motivo di tal disordine, chiedetegli soltanto, se non fu egli che fece la torta di crema comprata da Schaban. Se vi risponde di sì, impossessatevi della sua persona, legatelo bene, e conducetemelo; ma guardatevi dal percuoterlo, o fargli alcun male. Andate, e non perdete tempo. —

«Prontamente obbedito fu il visir; i suoi servi, muniti di bastoni, e condotti dall’eunuco negro, trasferironsi in fretta alla bottega di Bedreddin Hassan, dove misero in pezzi piatti, caldaie, casserole, tavole e tutti gli altri mobili ed utensili che trovarono, rovesciando sorbetti, creme e confetture. A tale spettacolo sorpreso Bedreddin, disse loro con voce lamentevole: — Ehi, buona gente, perchè mi conciate voi in tal guisa? Di che si tratta? Che cosa ho tatto? — Non foste voi,» risposero quelli, «a fare la torta di crema che vendeste all’eunuco qui presente? — Sì, fui io,» ripres’egli; «che cosa vi si trova a ridire? Sfido chicchessia a farne di migliori.» Invece di rispondere, cuntinuarono a romper tutto, e neppur il forno fu risparmiato.

«Intanto accorsi al rumore i vicini, e maravigliando al vedere cinquanta uomini armati commettere tal disordine, chiesero il motivo di tanta violenza; e Bedreddin disse un’altra volta a quelli che la facevano: — Ditemi, di grazia, qual delitto posso aver commesso onde rompere e spezzar così tutta la roba di casa mia? — Non foste voi,» risposero coloro, «a fare la torta di crema che vendeste a questo eunuco? — Sì, sì, fui io,» ripetè egli; «e sostengo ch’è buona, e non merito il trattamento ingiusto che mi fate.» S’impossessarono allora di lui senza ascoltarlo, e strappatagli la tela del turbante, se ne