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certato quello che volevano fare, il genio sollevò leggermente Bedreddin, e trasportandolo per aria con inconcepibile velocità, andò a deporlo alla porta d’un pubblico albergo, vicino al bagno d’onde il gobbo doveva uscire, col seguito degli schiavi che lo aspettavano.

«Svegliatosi in quel momento Bedreddin Hassan, fu molto sorpreso al vedersi nel mezzo d’una città sconosciuta. Volle gridare per chiedere ove fosse; ma il genio, percossolo lievemente sulla spalla, lo avvertì di non dir parola. Poi, messagli una fiaccola in mano: — Andate,» gli disse, «mescolatevi alla gente che vedete alla porta di quel bagno, ed accompagnatevi con essi finchè entrerete in una sala, ove si devono celebrare delle nozze. Lo sposo è un gobbo che facilmente riconoscerete. Mettetevi alla sua destra entrando, e intanto aprite adesso la borsa di zecchini che avete in seno per distribuirll ai suonatori, ai ballerini e ballerine lungo la strada. Quando sarete nella sala, non mancate di darne anche alle schiave che vedrete intorno alla sposa, mano mano che si avvicineranno; e tutte le volte che metterete le mani nella borsa, ritiratele piene di zecchini, e badate di non risparmiarli. Fate esattamente quanto vi dico con grande presenza di spirito; non vi maravigliate di nulla, non temete alcuno, e riposate del resto sur una potenza superiore che tutto a suo grado dispone. —

«Il giovane Bedreddin, ben istruito di quello che dovea fare, si avanzò verso la porta del bagno. La prima cosa che fece, fu d’accendere la sua fiaccola a quella d’uno schiavo; poi, mescolandosi tra gli altri, come se appartenesse a qualche signore del Cairo, si mise con loro in cammino, ed accompagnò il gobbo, ch’era uscito e montato sur un cavallo delle scuderie del sultano....»

Il giorno che comparve impose silenzio a Schehe-