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partengono, vi supplico di concedermi la preferenza sopra ogn’altro negoziante. Sono in grado di pagare in danaro sonante il carico di tutti i vostri bastimenti; e per cominciare, se volete cedermi quello del primo che arriverà a buon porto, ve ne darò mille zecchini. Li tengo qui nella borsa, e son pronto a contarveli anticipatamente.» Sì dicendo, cavò una grossa borsa che teneva sotto la veste, e gliela mostrò chiusa coll’impronta del proprio sigillo.

«Bedreddin Hassan, nello stato in cui si trovava, scacciato di casa sua e privo di tutto, riguardò come un favore del cielo la proposizione dell’Ebreo, e non mancò di accettarla con giubilo. — Signore,» gli disse allora l’Ebreo, «voi dunque mi cedete per mille zecchini il carico del primo vascello che giungerà in porto? — Sì, ve lo vendo per mille zecchini, — rispose Bedreddin. Tosto l’Ebreo gli pose in mano la borsa de’ mille zecchini, offrendosi di numerarli: ma il giovine gliene risparmio l’incomodo, col dirgli che fidavasi di lui. — In tal caso,» ripigliò l’Ebreo, «favorite, o signore, di darmi un cenno in iscritto del contratto che abbiamo conchiuso.» Ciò detto, cavò il calamaio che portava appeso alla cintura, e presane una cannuccia ben temperata per iscrivere, gliela presentò con un pezzo di carta che trovò nel portafoglio; e mentre gli teneva il calamaio, Bedreddin scrisse queste parole:

«Serve questo scritto per attestare che Bedreddin Hassan di Balsora ha venduto all’ebreo Isacco, per la somma di mille zecchini, che ha ricevuti, il carico del primo suo bastimento che approderà in questo porto.

«Bedreddin Hassan di Balsora.»

«Fatto il biglietto, lo diede all’Ebreo, il quale, ripostelo nel portafoglio, da lui s’accommiatò. Mentre