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vita; che non bisogna, parlando, somigliare alla pioggia di temporale che guasta ogni cosa. Niuno si è mai pentito di aver taciuto, mentre invece sovente ebbe occasione di dolersi d’aver parlato.

«La quarta, di non ber vino, essendo esso l’origine di tutti i vizi.

«La quinta, di ben amministrare gli averi: se non li dissiperai, ti serviranno a preservarti dalla necessità. Non occorre però averne troppi, nè essere avari: anche possedendone pochi, purchè tu spenda opportunamente, avrai molti amici; ma se per lo contrario sarai opulentissimo e ne farai cattivo uso, tutti si allontaneranno da te, abbandonandoti. —

«In fine, Nureddin Alì continuò fino all’ultimo momento della sua vita a dare buoni consigli al figliuolo, e quando fu morto, gli si fecero funerali magnifici.»

Scheherazade, a tali parole, scorgendo il giorno, cessò di parlare, e rimise all’indomani la continuazione di quella storia.


NOTTE XCVI


Svegliata la sultana delle Indie all’ora solita da sua sorella Dinarzade, ripigliò la parola, e volgendosi a Schahriar:

— Sire,» gli disse, «non si annoiava il califfo di ascoltare il gran visir Giafar, il quale proseguì in tal modo la sua storia:

«Nureddin Alì dunque fu seppellito con tutti gli onori dovuti alla sua dignità, e Bedreddin Hassan di Balsora (così soprannomato perchè aveva veduta la luce in quella città), ebbe gran dolore della morte del padre. Invece d’un mese, secondo l’uso, ne passò due nel