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fosse l’omicida: — Commendatore de’ credenti» rispos’egli colle lagrime agli occhi, «non ho trovato nessuno che sapesse darmene notizia.» Il califfo gli volse mille rimproveri, e pieno di furore, comandò fosse impiccato davanti alla porta del palazzo, con quaranta de’ Barmecidi (1).
«Mentre si lavorava ad innalzare le forche, e ad impadronirsi dei quaranta Barmecidi nelle loro case, un pubblico gridatore andò, per ordine del califfo, a fare quest’annuncio in tutti i quartieri della città:
«Chi vuol aver la soddisfazione di veder impiccare il gran visir Giafar e quaranta Barmecidi suoi parenti, venga sulla piazza posta davanti al palazzo.»
«Quando tutto fu in pronto, il giudice criminale e molti uscieri del palazzo condussero fuori il gran visir coi quaranta Barmecidi, li fecero disporre ciascuno appiè della forca ch’eragli destinata, e si passò loro al collo la corda, colla quale dovevano essere appesi. Il popolo, di cui era tutta piena la piazza, non potè vedere quel tristo spettacolo senza dolore e senza lagrime; che il gran visir Giafar ed i Barmecidi erano cari ed onorati per la loro probità, liberalità e disinteresse, non solo a Bagdad, ma per tutto l’impero del califfo.
- ↑ Nome d’una delle famiglie più illustri, dopo le case sovrane dell’Asia. Qualche scrittore la fa discendere degli antichi re di Persia. Il primo che rese famosa questa famiglia, chiamavasi Abu-Alì— Iahia-Ben-Kaled Ben-Barmak. Dotato di tutte le virtù civili e militari, fu scelto dal califfo Mahadi per aio di Aaron-al-Raschid suo figliuolo. Fadhel, Giafar (quello di cui qui si parla), Mohammed e Mussa, figli tutti di Barmek, sostennero degnamente il retaggio di gloria e riparazione che il padre aveva lor lasciato. I Barmecidi hanno questa particolarità, che avendoli fortuna abbandonati e fatti cadere in disgrazia di Aaron-al-Raschid, la loro memoria sopravvisse nei popoli alla sciagura loro, di guisa che trovarono quasi altrettanti storici i quali ne scrissero le vite, quanto i più grandi principi dell’Oriente.