Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/308


288

sammo all’isola di Comari (1), che produce la miglior specie di legno d’aloè, ed i cui abitanti si fecero un’inviolabil legge di non ber vino e non soffrire verun postribolo. Permutai in queste due isole le mie noci di cocco con pepe ed aloè, e mi recai, con altri mercadanti, alla pesca delle perle, assoldando a tal uopo parecchi palombari, i quali me ne pescarono gran numero di grossissime e perfette. Tornai a mettermi in mare, pieno di giubilo, sopra una nave che giunse felicemente a Balsora; di là recatomi a Bagdad, ricavai molti denari dal pepe, dal legno d’aloè e dalle perle da me portate; e distribuita in elemosine la decima parte de’ miei guadagni, come al ritorno dagli altri viaggi, cercai di ristorarmi dalle mie fatiche con ogni sorta di passatempi. —

«Finite tali parole, Sindbad fece dare cento zecchini a Hindbad, il quale se ne andò con tutti gli altri comitati. Il giorno dopo, la compagnia medesima trovossi presso il ricco navigatore, che, dopo averla trattata come ne’ dì precedenti, intraprese la relazione del suo sesto viaggio, nella guisa che sono per narrarvi.


SESTO VIAGGIO DI SINDBAD IL NAVIGATORE.


«Signori,» egli disse, «voi sarete certo ansiosi di sapere come, dopo aver fatto cinque naufragi ed incontrati tanti pericoli, potessi nuovamente risolvermi a tentar la fortuna e cercare nuove disgrazie: ne maraviglio anch’io quando vi rifletto, e bisognava certamente che vi fossi trascinato dalla mia stella. Comunque sia, dopo un anno di riposo, mi preparai

  1. È la penisola al di qua del Gange, che termina col capo Comorin.