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or ve n’ha novantotto precisi, che io conservo per memoria. Per la stessa ragione chiesi anche i vostri, affinchè sia compiuto il centinaio. Ed ecco che malgrado le precauzioni di questo genio brutale, il quale mai non mi abbandona, io ebbi finora cento amanti. Egli ha bel rinchiudermi in quella cassa di vetro, e tenermi nascosta in fondo al mare; io non ristò dal deludere la sua vigilanza. Imparate da ciò che quando una donna ha formato un progetto, non avvi marito od amante che valga ad impedirne l’esecuzione. Assai meglio farebbero gli uomini a non tiranneggiare le donne; sarebbe l’unico mezzo di renderle sagge.» La dama, favellato loro in tal guisa, aggiunse i due anelli agli altri, e sedutasi com’era prima, alzò la testa del genio, tuttora addormentato, se la pose in grembo, ed accennò ai principi di andarsene.

Essi pertanto rifecero la via già percorsa, e fuor che furono dalla vista della dama e del genio, Schahriar disse a Schahzenan: — Ebbene, fratello, che pensate voi del caso poc’anzi occorsoci? Il genio ha un’amante fedelissima, n’è vero? Non siete voi di parere che nulla uguagli la malizia delle donne? — Sì,» rispose il re della Gran Tartaria, «e voi sarete or persuaso che il genio è molto più sventurato e degno di pietà di noi. E poichè abbiamo trovato quello che cercavamo, facciam ritorno ne’ nostri stati, nè vogliamo per tal avventura astenerci da nuove nozze. Quanto a me, so con qual mezzo potrò farmi conservare inviolabilmente la fede che m’è dovuta; per ora non voglio spiegarmi di più, ma un dì ne udrete novella, e son certo che seguirete il mio esempio.» Il sultano annuì all’opinione del fratello, e continuando amendue il viaggio, giunsero al campo sulla fine della notte del terzo dì che n’erano partiti.

Sparsasi tosto la notizia del ritorno del sultano, i cortigiani si recarono di buon mattino davanti al