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condizione, per quanto vantaggiosa, non poteva farmi perdere la memoria.
«Trovavami in tali disposizioni, quando la moglie di un mio vicino, col quale erami legato d’intima amicizia, cadde malata e morì. Io mi recai tosto da lui per consolarlo, e trovandolo immerso in profonda afflizione: — Dio vi conservi,» gli dissi al vederlo, «e vi dia lunga vita! — Oimè!» rispose colui; come volete ch’io ottenga la grazia che mi augurate? Ho un’ora sola da vivere. — Oh!» ripigliai io; «non vi mettete in testa sì funesto pensiero; spero che ciò non accadrà, ed avrò anzi il piacere di possedervi ancora per molto tempo. — Desidero,» ei replicò, «che la vostra vita sia di lunga durata; in quanto a me, i miei affari sono assestati, e vi dirò che mi seppelliscono oggi con mia moglie. Tale è l’uso dei nostri avi stabilito in quest’isola, e che fu sempre inviolabilmente osservato: il marito superstite è sotterrato colla moglie morta, e la consorte superstite col defunto marito. Nulla può salvarmi: tutti subiscono questa legge. (1)
«Mentre stva parlandomi di quella strana barbarie, la cui notizia mi spaventò crudelmente, giunsero in folla i parenti, gli amici ed i vicini per assistere ai funerali. Si rivestì il cadavere della donna coi più ricchi abiti, come pel giorno delle nozze, adornandolo di tutti i suoi gioielli. Fu quindi posta in una bara scoperta, ed il convoglio si mise in cammino. Era il marito alla testa del funebre corteo, e seguiva il corpo di sua moglie. Presero la via d’un alto monte, e colà giunti, sollevata una grossa pietra che copriva la bocca di un pozzo profondo, vi calarono il cadavere senza levargli nè vesti, nè gioie.
- ↑ Secondo san Gerolamo, gli Sciti seppelliscono i mariti colle mogli.