Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/262


242

«Siccome Sindbad voleva raccontare la sua storia, specialmente a cagione del facchino, prima di cominciarla ordinò di recare il carico, lasciato da lui in nel luogo ove Hindbad desiderò fosse portato. Quindi parlò egli in questi sensi:


PRIMO VIAGGIO DI SINDBAD IL NAVIGATORE.


«Ereditata dalla mia famiglia una pingue sostanza, ne dissipai la parte migliore negli stravizzi della gioventù; ma rinvenuto dal mio acciecamento, e tornato in me stesso; conobbi che le ricchezze erano passaggere, e che presto se ne vedeva il fondo quando si scialacquavano al modo ch’io faceva. Pensai inoltre, che consumava miseramente in una vita sregolata il tempo, ch’è la cosa più preziosa del mondo. Considerai ancora che l’ultima e la più deplorabile di tutte le miserie era quella di trovarsi povero nella vecchiaia; e mi ricordai delle parole del gran Salomone, altre volte udite da mio padre: «È meglio essere nel sepolcro che in povertà.»

«Colpito da tutte queste riflessioni, raccolsi le reliquie del mio patrimonio, vendetti la mobiglia all’incanto sul mercato, e collegatomi con alcuni mercadanti dediti al commercio di mare, consultai quelli che mi parvero capaci di darmi buoni consigli; infine risolsi di utilizzare il poco denaro che mi restava, e presa tale risoluzione, non tardai a porla ad effetto. Mi recai dunque a Balsora (1), ove m’imbarcai con diversi mercadanti sopra un vascello che equipaggiammo a spese comuni.

  1. O Bassora, grande città dell’Asia, al disotto del confluente del Tigri e dell’Eufrate, nell’Irak arabica, fondata d’ordine di Omar, terzo califfo, nel 636. I Turchi ne sono padroni fino dal 1663; vi si fa un gran commercio.