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partita di piacere. Il re della Gran Tartaria, rimasto solo, si chiuse nelle sue stanze, e sedè presso una finestra che guardava sul giardino. La bellezza del luogo ed il cinguettio d’una quantità d’uccelli che vi annidavano, avrebberlo mosso a gioia, se ne fosse stato capace; ma sempre straziato dalla memoria della perfidia della regina, più spesso alzava gli occhi al cielo per dolersi del suo infortunio, di quel che li fissasse nel sottostante giardino.

Nondimeno, benchè immerso in tristi meditazioni, gli fu duopo accorgersi di tal cosa che ne attrasse tutta l’attenzione. Una porticella segreta del palazzo del sultano s’aprì d’improvviso, e ne uscirono venti donne in mezzo alle quali procedeva la sultana1 con tal portamento che facevala subito ravvisare. Costei, credendo il re della Gran Tartaria alla caccia cogli altri, inoltrossi francamente fin sotto le finestre delle stanze del principe, il quale, volendo osservarla per curiosità, si acconciò in guisa di poter veder tutto inosservato. Allora scorse che le persone che accompagnavano la sultana, deposta ogni soggezione, si scopersero il viso fin allora celato, e deposero i lunghi abiti rossi che portavano al disopra di altri più corti. Ma crebbe fuor di modo la sua maraviglia, quando vide fra quegli individui, che gli erano sembrate tutte donne, dieci negri, che tosto presero ognuno il braccio della loro amante. La sultana non rimase neppur essa a lungo senza compagno, che battendo le mani, gridò: «Masud! Masud!» e tosto un altro negro scese dalla cima d’un albero, e corse premurosamente a lei.

Il pudore non ci permette di narrare le mostruosità

  1. Tutte le mogli dei principi d’Oriente hanno il titolo di sultana. Pure il nome di sultana solo, indica per lo più la favorita.