Pagina:Le mie prigioni.djvu/59


( 47 )

io era necessario, ch’io cessi d’esser loro tale, e la vita d’alcun di loro non abbia perciò ad abbreviarsi pur d’un giorno! —

Oh beneficio della preghiera! Stetti più ore colla mente elevata a Dio, e la mia fiducia cresceva a misura ch’io meditava sulla bontà divina, a misura ch’io meditava sulla grandezza dell’anima umana, quando esce del suo egoismo, e si sforza di non aver più altro volere che il volere dell’infinita Sapienza.

Sì, ciò si può! ciò è il dovere dell’uomo! La ragione, che è la voce di Dio, la ragione ne dice che bisogna tutto sacrificare alla virtù. E sarebbe compiuto il sacrificio di cui siamo debitori alla virtù, se nei casi più dolorosi luttassimo contro il volere di Colui che d’ogni virtù è il principio?

Quando il patibolo o qualunque altro martirio è inevitabile, il temerlo codardamente, il non saper muovere ad esso benedicendo il Signore, è segno di miserabile degradazione od ignoranza. Ed è non solamente d’uopo consentire alla propria morte, ma all’afflizione che ne proveranno i nostri cari. Altro non lice se non dimandare che Dio la temperi, che Dio tutti ci regga: tal preghiera è sempre esaudita.