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Capo LXV.
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Ne’ primi giorni fu stabilito che ciascuno di noi avesse, due volte la settimana, un’ora di passeggio. In seguito questo sollievo fu dato un giorno sì, un giorno no; e più tardi ogni giorno, tranne le feste.
Ciascuno era condotto a passeggio separatamente, fra due guardie aventi schioppo in ispalla. Io, che mi trovava alloggiato in capo del corridoio, passava, quando usciva, innanzi alle carceri di tutti i condannati di Stato italiani, eccetto Maroncelli, il quale unico languiva dabbasso.
— Buon passeggio! mi susurravano tutti dallo sportello de' loro usci; ma non mi era permesso di fermarmi a salutare nessuno.
Si discendeva una scala, si traversava un ampio cortile, e s’andava sovra un terrapieno situato a mezzodì, donde vedeasi la città di Brünn e molto tratto di circostante paese.
Nel cortile suddetto erano sempre molti dei condannati comuni, che andavano o venivano dai lavori, o passeggiavano in frotta conversando. Fra essi erano parecchi ladri italiani, che mi