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spiacergli in alcuna cosa, ed ecco che mi manderà alla malora.

Questo sospetto ben presto cessò. Le nostre opinioni concordavano su tutti i punti essenziali. Se non che ad un’anima nobile, ardente di generosi sensi, indomita dalla sventura, egli univa la più candida e piena fede nel Cristianesimo, mentre questa in me da qualche tempo vacillava, e talora pareami affatto estinta.

Ei combatteva i miei dubbi con giustissime riflessioni e con molto amore: io sentiva ch’egli avea ragione e gliela dava, ma i dubbi tornavano. Ciò avviene a tutti quelli che non hanno il Vangelo nel cuore, a tutti quelli che odiano altrui, ed insuperbiscono di sè. La mente vede un istante il vero, ma siccome questo non le piace, lo discrede l’istante appresso, sforzandosi di guardare altrove.

Oroboni era valentissimo a volgere la mia attenzione sui motivi che l’uomo ha, d’essere indulgente verso i nemici. Io non gli parlava di persona abborrita, ch’ei non prendesse destramente a difenderla, e non già solo colle parole, ma anche coll’esempio. Parecchi gli avean nocciuto. Ei ne gemeva, ma perdonava a tutti, e