Pagina:Le mie prigioni.djvu/105


( 93 )

— Ma non piangete così. Che diamine avete? Vi domando perdono, se v’ho sgridata a torto. Credo benissimo che non sia per vostra colpa che m’ebbi un caffè così cattivo.

— Eh! non piango per ciò, signore. —

Il mio amor proprio restò alquanto mortificato, ma sorrisi.

— Piangete adunque all’occasione della mia sgridata, ma per tutt’altro?

— Veramente sì.

— Chi v’ha dato dell’ingannatrice?

— Un amante. —

E si coperse il volto dal rossore. E nella sua ingenua fiducia mi raccontò un idillio comico-serio che mi commosse.