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lano questa antica industria di ricami, schiettamente piemontese, apparirà completa anche nelle varie sue fasi.

A complemento di questi cenni aggiungerò che anche l’industria dei pizzi risale a tempi antichi. Nella Valle Varaita su quel di Cuneo, nella Valle di Cogne e nella Valle Sesia esistono trine speciali ad ago ed a fuselli, bianche o in colore, che prendono nome appunto da quelle valli. Erano patrimonio delle donne di campagna, che ne serbavano gelosamente il secreto. Ora, mercè il cresciuto sviluppo della vendita, parecchie giovani contadine, quando i lavori campestri lasciano loro tregua, vi si esercitano e ne traggono profitto notevole.

Tanto all’Esposizione primaverile di un mese, che si fa ogni anno a Torino, che a quella permanente di Roma, figurano sempre i pizzi di Fobello, di Cogne e di Val Varaita, che aumentano sempre la loro quantità. A Vespolate (Novarese) è sorta da poco per iniziativa della signora Borgogna-Poma una scuola di merletti all’ago torto che imita alla perfezione gli antichi pizzi d’Irlanda. Sono merletti robusti, consistenti, di ottimo uso per biancheria da letto o da tavola. Quei di Fobello (il classico poncietto) sono anche in colore e si adoperano quali ornamenti di abiti. Nella Valle dell’Ossola per iniziativa della signora Nigra-Quillot c’è una scuola di lavori in biancheria, originali e di pregio.

Nelle scuole professionali e nei laboratori tutti questi lavori si riproducono molto facilmente; cosicché non soltanto dalle campagne, ma anche dalla città se ne potrà avere una quantità maggiore da offrire al pubblico. Non bisogna però dimenticare che a Torino e in Piemonte, città e regione eminentemente industriali, la gran massa delle donne del popolo