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Vittorio Arondo, il valente pittore torinese, il direttore e riordinatore del nostro Museo Civico, profondo conoscitore e scrupoloso maestro di tutto ciò che è arte piemontese, e molto reputato anche all’estero, aiutò del suo consiglio, confortò della sua approvazione; un valente disegnatore, Lorenzo Zola, insegnante d’ornato alla Scuola professionale femminile Maria Letizia, fece il disegno; il pittore Stagliano, la figura dei due puttini che figurano nella testiera; la signora Piovano-Schiavo, diresse i lavori con molta competenza, accogliendo nel suo laboratorio molte giovani abili nel ricamo e nel disegno; il cav. Federico Martinotti, compì il mobilio con due oggetti, un inginocchiatoio e una commode in radica di noce intarsiata di mogano copiati dall’antica, di grandissimo pregio. Nè mancò in questa occasione l’attività e la diligenza di alcune fra le patrone, tra le quali è doveroso tributare speciale elogio alla contessina Sofia di Bricherasio, conosciuta in Torino quale valente ed esperta artista, che vigilò scrupolosamente sull’opera. Nè soltanto al laboratorio della Piovano, lavorarono molte giovani, ma parte del lavoro fu pure dato a lavoratrici private, quali uscite dalla Scuola professionale M. Letizia, quali appartenenti alle «Figlie dei Militari», quali ai grandi 8 laboratori, protetti da signore torinesi sotto la vigilanza delle Suore di Carità.

In uno di questi laboratori, quello di S. Gioacchino, tre signore appartenenti pure al Comitato regionale, signora Maria Ceriana-Geisser, signora Valeria Ambrosetti-Arondo e signora Elisa Borgogna-Poma, fecero eseguire, sempre in bandera e copiando un disegno antico, tre altri oggetti; donna Teresa Pulliano fece riprodurre la coperta di Silvio Pellico all’Istituto delle Maddalene (Opera pia Barolo): così alla Mostra di Mi-